Valerio Massimo Manfredi blog
Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore italiano, laureato in lettere classiche all'Università di Bologna, specializzato in topografia del mondo antico all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione.
lunedì 23 luglio 2012
giovedì 26 aprile 2012
eventi, film
Renzo Martinelli, faro' film su Ustica
Scritto con Valerio Massimo Manfredi, prodotto da Rai Cinema
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mercoledì 4 aprile 2012
Eventi, Manfredi a Crema
La Crema del pensiero, organizzata dal circolo Le Muse in collaborazione
con il comune di Crema, la Provincia di Cremona e la Fondazione San
Domenico torna nella nostra città dal 4 al 6 maggio. Claudio Cervalo,
Giovanni Bassi, Anna Maini e Tiziano Guerini – quest’ultimo in
rappresentanza del Caffè Filosofico – hanno presentato l’edizione 2012
che ospiterà nomi nuovi e altri già conosciuti e apprezzati. Sarà il
decimo comandamento a dare il là ai confronti e alle dissertazioni di
filosofi e studiosi: Non desiderare la roba d’altri, è un dogma quanto
mai attuale in tempi di corruzione dilagante... Interverranno a Crema:
Valerio Massimo Manfredi, s.e.m mons Carlo Ghidelli, Fabio Canessa,
Luciano Canfora, Giulio Giorello, Silio Bozzi, Massimo Donà, Claudio
Bartacci, Carlo Sini.
Maggiori informazioni sul Nuovo Torrazzo in edicola sabato 24 marzo.
Alexandros, il film ed il libro
Alexandros-il
confine del mondo è il capitolo della conclusione del viaggio alla
conquista del mondo, il sogno di Alessandro. In questo ultimo capitolo
della trilogia Alessandro e i
suoi compagni si avventurano in Asia e conquistano il continente
città per città, vittoriosi come sempre. I mitici giardini di Babilonia
lasciano tutti affascinati, ma a Persepoli si scatenano la
furia e la brutalità macedoni: la città viene bruciata e razziata in
una notte di follia.
<<FONTE recensioni>>
L’Asia si
rivela estranea e avversa ai macedoni che pur ascoltando le convincenti
parole di Alessandro e guardando il suo sguardo sognatore
non riescono a condividere il suo desiderio di continuare. A rendere
più complicato il viaggio si aggiungono morti e congiure di cui
Alessandro appare la vittima nonostante ne sia l’artefice.
Dopotutto si sa, anche i più buoni a volte devono prendere decisioni
contro la loro natura e il loro volere e quando si tratta di uomini con
grandi responsabilità queste decisioni sono ancora più
complesse.
Sarà l’amore a ridargli la forza di proseguire e a infondere lo stesso coraggio nei suoi uomini.
Un viaggio alla
scoperta di popoli e terre sconosciuti, affascinanti e infidi.
L’incontro di diverse civiltà in un sogno destinato ad essere
grandioso come il suo sognatore, ma pur sempre destinato a finire.
Alessandro decide infatti per pietà dei suoi uomini di ritornare in
patria, ma il viaggio di ritorno riserva ancora delle
sorprese che condurranno i vari compagni di viaggio ai loro diversi
destini.
Con
quest’ultimo capitolo Manfredi non smentisce la sua abilità e cattura il
lettore fino all’ultima parola trasportandolo nel vivo del
racconto. Agitazione, amore, passione, tristezza, disperazione e
fascino sono il susseguirsi di emozioni che si provano con il procedere
della lettura sin dal primo capitolo della
trilogia.
L’atmosfera
creata da Manfredi è precisa e in grado di trasportare il lettore tra
gli stili di vita del tempo ed emozionarlo come se si
trovasse al fianco di Alessandro in questo magnifico viaggio in
luoghi e tempi lontani da noi.
CURIOSITA’:
dalla trilogia di Valerio Massimo Manfredi è stato tratto un film nel
2004 diretto da Oliver Stone in cui Alessandro è
interpretato da Colin Farrell.
<<FONTE recensioni>>
giovedì 29 marzo 2012
Attore, curiosità
LA NUOVA FATICA SU D'AVIANO. Nel frattempo Renzo
Martinelli, regista del film, oltre a difendere il suo Barbarossa, che
sarebbe andando a quel che si dice andato benissimo all’estero, prova a
passare oltre il flop e le polemiche lavorando alacremente alla
realizzazione del lungometraggio dedicato a Marco d’Aviano. Il film sarà
un kolossal sull’assedio turco a Vienna nel 1683 e sulla resistenza che
il frate francescano riuscì ad organizzare, coalizzando un gruppo di
principi cristiani che sconfissero gli invasori in una storica
battaglia. Lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, oltre a scrivere la
sceneggiatura di questo film, interpreterà anche il ruolo di un conte.
A Crema, Eventi
Dal 4 al 6 maggio il festival della filosofia 'Crema del pensiero'
ven 23 marzo 2012
Settima edizione per ‘Crema del pensiero’, il festival della filosofia che ogni anno mette al centro del dibattito uno dei dieci comandamenti. Questa volta toccherà a ‘Non desiderare la roba d’altri’, «mandremo al di là della stretta attualità in cui le notizie della corruzione tra politici e amministratori la fanno da padrone», hanno precisato giovedì 22 marzo gli organizzatori. Il festival è stato illustrato nella galleria del municipio da Tiziano Guerini (per il Caffè Filosofico), Anna Miranda Maini, Giovanni Bassi e Claudio Ceravolo. La settima edizione si svolgerà da 4 al 6 maggio al San Domenico. Pur nelle ristrettezze economiche, gli organizzatori hanno riunito un cast di partecipanti, grazie anche agli sponsor, al Comune, alla Provincia e al vescovo Oscar Cantoni. Si partirà la sera del 4 maggio con la ‘lectio magistralis’ — sul desiderio di rubare nella storia — tenuta da Valerio Massimo Manfredi. Il 5 maggio alle 11, spazio all’intervento di monsignor Carlo Ghidelli. Il pomeriggio ci saranno lo spettacolo teatrale dei ragazzi disabili per la regia di Franca Marchesi, mentre alle 17 tornerà a Crema il latinista Fabio Canessa. La serata sarà caratterizzata dal confronto tra Luciano Canfora e Giulio Giorello e Silio Bozzi. I tre parleranno dei falsi d’autore nella storia. Il 6 maggio alle 11 toccherà agli interventi di Claudio Bartocci e Massimo Donà. Chiuderà la rassegna il saggista Carlo Sini in programma alle 17.
<<FONTE: cremona>>
Mancano immagini, Intervista
l'ambientazione è quella dei Palazzi romani quel poco che viene scritto
assume il tono della macchietta o dell'invettiva di parte. Insomma manca
sempre l'afflato epico, e in fondo anche il successo di pubblico.
Abbiamo cercato di capire perch´ chiacchierando con Valerio Massimo
Manfredi, storico e scrittore che di epica se ne intende (Lo scudo di
Talos, L'ultima legione, Idi di Marzo...).
Professor Manfredi ma perch´ è difficile romanzare la politica contemporanea del nostro Paese?
«Nel romanzo che ho pubblicato l'anno scorso, Otel Bruni, io racconto anche un bel po' di politica italiana, sino agli anni Cinquanta. Ma allora la tempra degli uomini era diversa... Le faccio un esempio semplice: quando affondò l'Andrea Doria, il comandante Calamai fu costretto a lasciare la nave vuota, restò sino all'ultimo. Schettino è saltato giù. È una metafora ma rende bene l'idea».
Quindi niente epica, manca lo spessore.
«Non è facile fare un romanzo con le liti televisive, parlare di una politica tutta tesa ai vantaggi elettorali. È finta politica. I nostri ragazzi non sanno dove guardare. Non è che non manchino dei singoli politici diversi da questo modello, capaci di dignità e di impegno, ma manca una visione, una prospettiva d'insieme».
Ma quand'è che la politica italiana ha smesso di essere un oggetto interessante per la narrazione?
«Il grande discrimine secondo me è stata la fine dello scontro con le Brigate Rosse. L'Italia in qualche modo è stata una terra di frontiera. C'era un clima cupo ma creava uno spazio epico. Mi ricordo la figura esile di Pertini china sulle bare. Era un immagine potente. Non era questione di colore politico tutto il Paese poteva riconoscersi in quell'uomo anziano che portava un grande peso».
Poi?
«Poi è finito tutto. Siamo una Nazione forse più marginale di un tempo. Una Nazione magari più ricca ma che su molti fronti ha scelto il disimpegno, i televisori al plasma. Al massimo quello che si può ambientare in un contesto così è qualche thriller».
Ma se lei dovesse ambientare un romanzo nell'oggi che sfondo sceglierebbe?
«Sceglierei l'Afghanistan dove ci sono italiani che soffrono e che muoiono. Combattono in una situazione tremenda, difendono avamposti che nemmeno Forte Apache... Questo sì che è epico. Oppure sceglierei come sfondo il mondo della grande finanza. Le banche. In quel contesto adesso si muove il potere. La politica del resto in questo momento è stata messa all'angolo. Resteranno i tecnici, almeno fino a quando non si troveranno orizzonti nuovi».
<<FONTE: ilgiornale>>
Professor Manfredi ma perch´ è difficile romanzare la politica contemporanea del nostro Paese?
«Nel romanzo che ho pubblicato l'anno scorso, Otel Bruni, io racconto anche un bel po' di politica italiana, sino agli anni Cinquanta. Ma allora la tempra degli uomini era diversa... Le faccio un esempio semplice: quando affondò l'Andrea Doria, il comandante Calamai fu costretto a lasciare la nave vuota, restò sino all'ultimo. Schettino è saltato giù. È una metafora ma rende bene l'idea».
Quindi niente epica, manca lo spessore.
«Non è facile fare un romanzo con le liti televisive, parlare di una politica tutta tesa ai vantaggi elettorali. È finta politica. I nostri ragazzi non sanno dove guardare. Non è che non manchino dei singoli politici diversi da questo modello, capaci di dignità e di impegno, ma manca una visione, una prospettiva d'insieme».
Ma quand'è che la politica italiana ha smesso di essere un oggetto interessante per la narrazione?
«Il grande discrimine secondo me è stata la fine dello scontro con le Brigate Rosse. L'Italia in qualche modo è stata una terra di frontiera. C'era un clima cupo ma creava uno spazio epico. Mi ricordo la figura esile di Pertini china sulle bare. Era un immagine potente. Non era questione di colore politico tutto il Paese poteva riconoscersi in quell'uomo anziano che portava un grande peso».
Poi?
«Poi è finito tutto. Siamo una Nazione forse più marginale di un tempo. Una Nazione magari più ricca ma che su molti fronti ha scelto il disimpegno, i televisori al plasma. Al massimo quello che si può ambientare in un contesto così è qualche thriller».
Ma se lei dovesse ambientare un romanzo nell'oggi che sfondo sceglierebbe?
«Sceglierei l'Afghanistan dove ci sono italiani che soffrono e che muoiono. Combattono in una situazione tremenda, difendono avamposti che nemmeno Forte Apache... Questo sì che è epico. Oppure sceglierei come sfondo il mondo della grande finanza. Le banche. In quel contesto adesso si muove il potere. La politica del resto in questo momento è stata messa all'angolo. Resteranno i tecnici, almeno fino a quando non si troveranno orizzonti nuovi».
<<FONTE: ilgiornale>>
giovedì 22 marzo 2012
La7, Interviste
http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50257146
Lucia Loffredo intervista in studio Valerio Massimo Manfredi.
Lucia Loffredo intervista in studio Valerio Massimo Manfredi.
Le scoperte di Vulci su La7 con Valerio Manfredi, eventi
Le scoperte di Vulci su La7 con Valerio Manfredi
Quattro puntate di Atlantide, pubblicazioni anche su ''Archeo''
Le riprese, effettuate con il contributo dei tecnici della Mastarna Srl, l’ente gestore del parco naturalistico e archeologico di Vulci di cui adesso è presidente Anna Maria Moretti, ex soprintendente ai beni archeologici dell’Etruria meridionale, sono tuttora in corso.
Il programma propone degli speciali sugli scavi recenti. A cominciare da quello nella necropoli dell’Osteria che nel dicembre scorso ha permesso di portare alla luce la principesca tomba cosiddetta della Sfinge la cui apertura, prevista per aprile, potrebbe riservare interessanti sorprese. Quattro puntate, in onda dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 17 con l’ultimo speciale che andrà in onda in prima serata, che potranno offrire un importante contributo alla conoscenza e alla valorizzazione del parco e che adesso, dopo una prima intesa raggiunta tra Mastarna e La7, diventa oggetto di attenzione da parte dell’importante rete televisiva.
E del parco di Vulci se ne occupa ampiamente anche la rivista specializzata Archeo. Nel numero di marzo, infatti, sedici pagine – corredate dalle splendide fotografie di Carlo Bonazza e dai disegni dello Studio Inklink – sono dedicate a “Vulci, nella città della Sfinge” con il contributo di Giuseppe Della Fina, Carlo Casi (direttore del parco), Susanna Bianchi e Laura Ricciardi. Nel servizio si parla ampiamente della scoperta della tomba della Sfinge e delle aspettative che questa antica sepoltura sta muovendo tra gli studiosi e gli appassionati di etruscologia.
giovedì 15 marzo 2012
Curiosità su Odisseo
utti conosciamo i grandi poemi di Omero,esempi per
gli autori di tutti i tempi. A scuola ,però, non studiamo gli eroi
omerici minuziosamente, ma ne vengono sottolineati le grandi gesta e le
azioni più memorabili. Valerio Massimo Manfredi ci da qualche
informazione in più su di loro nel suo libro “Mare Greco “,in
particolare di Odisseo,il personaggio più amato da Omero. Egli ha un
epiteto a cui lo scrittore ricorre spesso , ptoliethros, distruttore di
città poiché, grazie alla sua rinomata astuzia , fortuna procurata in
parte dalla dea Atena,sua affettuosa protettrice,abilità e cautela, ha
permesso a grandi comandanti di eserciti ,come Agamennone e Diomede, di
conquistare vasti territori . La sua diplomazia viene meno in alcune
occasioni,come per l’uccisione di Leuco da parte di un soldato
troiano,in cui si scaglia con una violenza inaudita contro il figlio
illegittimo di Priamo, Democoonte,facendo indietreggiare perfino “Ettore
illustre”.Odisseo è riuscito anche ad entrare a Troia sotto le spoglie
di un mendicante troiano ma viene riconosciuto solo da Elena che lo
accudisce ,sentendo forte la nostalgia della patria. Odisseo è famoso
per i cuori spezzati di dee e donne mortali,prima Calipso,poi Circe e
dopo Nausicaa. Con Circe instaura un rapporto di amore-odio, poiché,pur
essendo immune dai suoi farmaca , quando lei lo invita nel suo letto,lui
risponderà:”con inganno m’adeschi a entrare nel talamo,a salire il tuo
letto,per farmi poi,così nudo,vile e impotente?”. Quando sbarcherà da
naufrago nell’Isola dei Feaci,incontrerà la figlia di Alcinoo, nudo e
sporco di salsedine,di fango e foglie secche,coi capelli irti e la barba
ispida si presenta coprendosi con una frasca per vergogna di una
vergine e rifiuta di essere lavato e unto con oli dalle ancelle per
rispetto delle ancelle. Nenache lui,però,resisterà al desiderio della
cruda vendetta. Quando tornerà nell’amata Itaca dopo ben venti anni,
studia il piano di attacco contro coloro che avevano assediato il suo
regno e i traditori,come Melanzio che rende mutilo di naso e orecchie,di
mani e di piedi,castrato e lasciato morire dissanguato dopo che i suoi
genitali sono stati dati in pasto ai cani; non risparmierà neanche le
ancelle che si erano concesse ai pretendenti ,le farà impiccare tutte
insieme appese ad una sola fune tesa da un capo all’altro del cortile.
Un uomo di tale fama lo immagineremmo alto e possente, e invece Menelao
lo sovrastava di tutta la testa ma aveva spalle larghe e gambe
muscolose, un fisico potremmo dire ,da marinaio. L’eroe,anche se non
traspare dall’Odissea, è un mercante :infatti l’idea della mercatura è
insita nel navigatore che cerca il guadagno anche se pericoloso.
L’Ulisse omerico si comporta da mercante :inquadra l’orizzonte ,esplora e
ricorre anche alla pirateria,per esempio nella grotta di Polifemo in
cui ruba bovini e formaggi. Eppure rubare buoi è lecito per un eroe
greco ,purché non lo faccia ad una divinità,come lo dimostra anche la
leggenda della razzia di Eracle delle vacche di Gerione.Odisseo
,inoltre,nel suo viaggio di ritorno incontrerà Enea in Etruria,in cui
transitavano o vivevano personaggi illustri greci giunti al loro
seguito. Qui i due eroi faranno un patto di amicizia attraverso il quale
la schiera di profughi di uno doveva unirsi all' altro creando un
esercito. Lo stesso Ulisse fu coinvolto nella fondazione di Roma e per
questo definito il “nanos”,il pelasgico che può equivalere a”pre-greco” o
“pre-etrusco”.Come elemento pre-greco Ulisse accredita la diceria di
un’origine ellenica di Roma,o quanto meno misto-greca.
Chiara Bennici
<<FONTE: alboscuole>>
Chiara Bennici
<<FONTE: alboscuole>>
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