utti conosciamo i grandi poemi di Omero,esempi per
gli autori di tutti i tempi. A scuola ,però, non studiamo gli eroi
omerici minuziosamente, ma ne vengono sottolineati le grandi gesta e le
azioni più memorabili. Valerio Massimo Manfredi ci da qualche
informazione in più su di loro nel suo libro “Mare Greco “,in
particolare di Odisseo,il personaggio più amato da Omero. Egli ha un
epiteto a cui lo scrittore ricorre spesso , ptoliethros, distruttore di
città poiché, grazie alla sua rinomata astuzia , fortuna procurata in
parte dalla dea Atena,sua affettuosa protettrice,abilità e cautela, ha
permesso a grandi comandanti di eserciti ,come Agamennone e Diomede, di
conquistare vasti territori . La sua diplomazia viene meno in alcune
occasioni,come per l’uccisione di Leuco da parte di un soldato
troiano,in cui si scaglia con una violenza inaudita contro il figlio
illegittimo di Priamo, Democoonte,facendo indietreggiare perfino “Ettore
illustre”.Odisseo è riuscito anche ad entrare a Troia sotto le spoglie
di un mendicante troiano ma viene riconosciuto solo da Elena che lo
accudisce ,sentendo forte la nostalgia della patria. Odisseo è famoso
per i cuori spezzati di dee e donne mortali,prima Calipso,poi Circe e
dopo Nausicaa. Con Circe instaura un rapporto di amore-odio, poiché,pur
essendo immune dai suoi farmaca , quando lei lo invita nel suo letto,lui
risponderà:”con inganno m’adeschi a entrare nel talamo,a salire il tuo
letto,per farmi poi,così nudo,vile e impotente?”. Quando sbarcherà da
naufrago nell’Isola dei Feaci,incontrerà la figlia di Alcinoo, nudo e
sporco di salsedine,di fango e foglie secche,coi capelli irti e la barba
ispida si presenta coprendosi con una frasca per vergogna di una
vergine e rifiuta di essere lavato e unto con oli dalle ancelle per
rispetto delle ancelle. Nenache lui,però,resisterà al desiderio della
cruda vendetta. Quando tornerà nell’amata Itaca dopo ben venti anni,
studia il piano di attacco contro coloro che avevano assediato il suo
regno e i traditori,come Melanzio che rende mutilo di naso e orecchie,di
mani e di piedi,castrato e lasciato morire dissanguato dopo che i suoi
genitali sono stati dati in pasto ai cani; non risparmierà neanche le
ancelle che si erano concesse ai pretendenti ,le farà impiccare tutte
insieme appese ad una sola fune tesa da un capo all’altro del cortile.
Un uomo di tale fama lo immagineremmo alto e possente, e invece Menelao
lo sovrastava di tutta la testa ma aveva spalle larghe e gambe
muscolose, un fisico potremmo dire ,da marinaio. L’eroe,anche se non
traspare dall’Odissea, è un mercante :infatti l’idea della mercatura è
insita nel navigatore che cerca il guadagno anche se pericoloso.
L’Ulisse omerico si comporta da mercante :inquadra l’orizzonte ,esplora e
ricorre anche alla pirateria,per esempio nella grotta di Polifemo in
cui ruba bovini e formaggi. Eppure rubare buoi è lecito per un eroe
greco ,purché non lo faccia ad una divinità,come lo dimostra anche la
leggenda della razzia di Eracle delle vacche di Gerione.Odisseo
,inoltre,nel suo viaggio di ritorno incontrerà Enea in Etruria,in cui
transitavano o vivevano personaggi illustri greci giunti al loro
seguito. Qui i due eroi faranno un patto di amicizia attraverso il quale
la schiera di profughi di uno doveva unirsi all' altro creando un
esercito. Lo stesso Ulisse fu coinvolto nella fondazione di Roma e per
questo definito il “nanos”,il pelasgico che può equivalere a”pre-greco” o
“pre-etrusco”.Come elemento pre-greco Ulisse accredita la diceria di
un’origine ellenica di Roma,o quanto meno misto-greca.
Chiara Bennici
<<FONTE: alboscuole>>
Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore italiano, laureato in lettere classiche all'Università di Bologna, specializzato in topografia del mondo antico all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione.
giovedì 15 marzo 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo commento...