Gela - Historia magistra vitae: su questo
filone è stata presentata la visita dell’archeologo Valerio Massimo
Manfredi, che su invito del Rotary Club ha partecipato al convegno dal
tema “Gela tra Siracusa e Cartagine - prospettive storiche,
archeologiche, antropologiche” che si è tenuto nell’auditorium del Liceo
Eschilo di Gela.
L’evento è stato preceduto da una
conferenza stampa che si è tenuta al Museo Archeologico durante la quale
lo scrittore ha sottolineato il valore della storia per ogni città ma
anche la consapevolezza dei cittadini sulla reali condizioni di vita e i
metodi per superare i momenti difficili guardando al futuro con fiducia
e non ai periodi bui che ogni città si deve lasciare alle spalle il
tutto coronato da un assetto urbanistico adeguato di cui ogni città deve
dotarsi. In una città dove convivono archeologia e industria è
necessario un punto di incontro per lo sviluppo “nel passato si salutava
con soddisfazione l’installazione di complessi industriali - ha detto
Valerio Massimo Manfredi.
Oggi si guarda con interesse all’ambiente
e ci si preoccupa di limitare i danni valorizzando le potenzialità di
un territorio. E Gela ha molto da offrire. Mi affascina tutto di Gela.
Una bella città piena di mare e di bel tempo. Penso che Gela sia piena
di risorse artistiche, culturali e archeologiche. A differenza dalla sua
nascita, Gela è cambiata, perché mezzo secolo fa qualcuno ha deciso di
puntare all'industria. Però c'è un patrimonio enorme che si deve
salvaguardare. C'è una sensibilità ambientale, infatti, chi amministra
sta cercando di inculcare la sensibilizzazione e il rispetto di questo
bel paese”.
“Il Rotary Club continua il suo impegno –
ha detto il Presidente Franco Giudice - per valorizzare il territorio.
Noi crediamo che Gela abbia dei grandi valori a livello turistico e
archeologico. Proporremo all'amministrazione di realizzare una mappatura
per sviluppare quello che abbiamo e possiamo scoprire a livello
archeologico”. “La nostra storia è importante – ha detto il sindaco
Angelo Fasulo - stiamo organizzando nel migliore dei modi i
festeggiamenti dei 2700 anni della fondazione della città. Ringrazio il
Rotary perché periodicamente organizza queste manifestazioni culturali,
invitando grandi personalità come Manfredi”. Il gruppo poi si è spostato
al Liceo Eschilo.
Dopo i saluti del direttore del parco
archeologico Salvatore Gueli i relatori della giornata sono stati
Sebastiano Tusa soprintendente dei beni culturali e ambientali di
Trapani che ha intrattenuto il folto pubblico sul tema :"Gela tra mare e
terra dalla preistoria all'emporio", Valeria Patrizia Li Vigni
direttrice museo interdisciplinare Agostino Pepoli su “La tradizione
marinara nella costa gelese: tecniche, funzioni e simboli" e Valerio
Massimo Manfredi "Dionisio i e l'assedio cartaginese a Gela del 405
a.c.” Con dovizia di particolari l’archeologo ha coinvolto la platea
facendo rivivere i momenti più salienti della battaglia di Gela.
Tutto nacque dal fatto che Cartegine era
stata estromessa dagli eventi siciliani per quasi 70 anni in seguito
alla battaglia di Imera avvenuta nel 480 c.C. , periodo in cui la
cultura greca aveva iniziato la sua penetrazione nelle città elimiche,
sicane e sicule. Questo equilibrio collassò nel 411 a.C. quando la città
elimica di Segesta fu sconfitta dalla città greco-dorica di Selinunte.
Segesta chiese aiuto a Cartagine ed il senato cartaginese acconsentì ad
intervenire in appoggio a Segesta.
Annibale Magone di Cartagine organizzò un
esercito che prese d'assalto Selinunte nel 409 a.C. e successivamente
distrusse la città di Imera. Suracusa e Akragas(oggi Agrigento), le più
importanti città greche in Sicilia, non si opposero subito a Cartagine e
l'esercito cartaginese poté ritrarsi con il bottino di guerra]. Per 3
anni fu tregua nei territori siciliani, tuttavia non erano stati firmati
accordi fra greci e cartaginesi per porre fine alle ostilità. La
battaglia di Gela ebbe luogo in Sicilia nell'estate del 405 c.C.
L'esercito cartaginese, sotto il comando di Imilicone (membro della
famiglia dei Magone e consanguineo di Annibale Magone), che nel corso
dell'inverno e della primavera era acquartierato ad Agrigento, catturata
da poco, marciò verso Gela. Il governo siracusano aveva deposto Dafneo,
il comandante greco sconfitto ad Agrigento, con Dionigi , un ufficiale
che era stato allievo di Ermocrate. Dionigi intrigò, con successo, per
ottenere poteri dittatoriali.
Quando i cartaginesi avanzarono su Gela e
misero la città sotto assedio, Dionigi marciò da Siracusa per
confrontarsi con la minaccia. Pianificò di utilizzare uno schema di
attacco complesso, su tre colonne d'assalto, contro i cartaginesi, tale
piano fallì per la mancanza di una coordinazione sufficiente. Dionigi
decise di evacuare la popolazione di Gela, poiché la sconfitta senza
nessun risultato avrebbe provocato malcontento in Siracusa ed egli non
voleva perdere il potere. Imilcone saccheggiò la città abbandonata dopo
che i greci erano fuggiti a Camarina.Il convegno è stato promosso dal
Rotary club di Gela, presieduto da Franco Giudice in collaborazione con
il parco archeologico ambientale di Gela ed il comune di Gela e
l’associazione Triskelion<<FONTE ilgiornaledigela>>